P.S.: Arrivati a quest'ora di notte, vale a dire all'indice, i supestiti lettori si saranno certamente resi conto che la successione dei capitoli disposta dall'autore non era che una semplice proposta: ogni lettore infatti, se lo vuole, può stabilire una sua personale sequenza.

..., sentendosi pressoché felice.

... perché il suo nome sia ricordato, un uomo deve aver fatto un figlio, aver piantato un albero e scritto un libro

Per qualche momento, un paio di poliziotti in bicicletta osservò con attenzione la scena, poi andò a parlare a un uomo che usciva barcollando da un portone accanto a un negozio di cartoline. In alto, al di sopra di tutto, il pallido sole del pomeriggio si affacciava in mezzo a masse di nubi in viaggio verso luoghi lontani.

Nessuno ci sapeva stregare meglio di mio nonno materno quando, seduto sulla panchina di legno e chino sul bastone, raccontava le sue storie masticando tabacco. "Ma... è vero, nonno?" chiedevamo stupiti noi nipoti."Quelli che dicono soltanto la verità non sono degni di essere ascoltati," rispondeva il nonno.

L'uomo è un cannibale...... Uccide per nutrirsi e poi chiama in suo aiuto la cultura per ottenere alibi etici ed estetici. L'uomo primitivo mangiava carne cruda. Uccideva e mangiava. Era sincero. Poi vennero inventati il roux e la besciamella. Qui subentra la cultura. Mascherare i cadaveri per mangiarli con l'etica e l'estetica in salvo.

Se il destino esistesse, bisognerebbe suicidarsi. Presto. Molto presto.

Però ho capito che per indurre un francese a riconoscere una tara della sua genia basta parlargli male di un altro popolo, come a dire "noi polacchi abbiamo questo o quell'altro difetto" e, poichè non vogliono errere secondi a nessuno, neppure nel male, subito reagiscono con "oh no, qui in Francia siamo peggio" e via a sparlare dei francesi, sin a che non si rendono contro che li hai presi in trappola

Gli uomini non fanno mai il male così completamente e entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.

C'è chi, tra gli intellettuali parigalcuni dei suoi migliori amici siano ebrei.

E infine: mai, mai e poi mai lavorare su documenti autentici, o autentici a metà! Se esistono da qualche parte, qualcuno potrà sempre andarli a cercare e provare che qualcosa è stato riportato in modo inesatto... Il documento, per convincere, deve essere costruito ex novo, e possibilmente non se ne deve mostrare l'originale ma parlarne per sentito dire, che non si possa risalire ad alcuna fonte esistente, come è accaduto coi Re Magi, che ne ha parlato solo Matteo in due versetti, e non ha detto né come si chiamassero, né quanti fossero, né che fossero re, e tutto il resto sono voci tradizionali. Eppure per la gente sono veri quanto Giuseppe e Maria e so che da qualche parte si venerano i loro corpi. Occorre che le rivelazioni siano straordinarie, sconvolgenti, romanzesche. Solo così diventano credibili e suscitano indignazione. Che cosa vuoi che importi a un vignaiolo della Champagne che gli ebrei impongano ai loro simili di festeggiare in questo o quel modo le nozze della figlia?

Ed è sempre così, quando fallisci in qualche cosa cerchi sempre qualcuno da accusare della tua incapacità.

La caratteristica principale della gente è che è pronta a credere a tutto. D'altra parte come avrebbe potuto la chiesa resistere per quasi duemila anni senza la credulità universale?

Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della razza. L'identità nazionale è l'ultima risorsa dei diseredati.

Me ne ha parlato l'abate Boullan, mi sussurrava Diana, sono le reliquie dei tre magi, quelli veri, Theobens, Menser e Sair.

Aveva i capelli impomatati grazie all'uso di diversi prodotti specifici e basette lunghe, sottili, appena rasate, come ce le hanno gli italiani.

aveva simpatia per me che venivo dal sud e avevo l'aria spaesata degli emigranti, che un paese non l'avranno mai più.

una frase di Bertolt Brecht ....<<Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono>>

Nella corsa gli ultimi non sono certo meno degni dei primi. Anzi, er certi versi lo sono anche di più. Arrivano fino in fondo correndo molte ore in più di quelli che sono in test. Arrivano fino in fondo anche se sanno fin dall'inizio che non avranno mai una medaglia al collo.