Biv. Marchi Granzotto 2180 M. S.l.m.- Val Montanaia 2173 M. S.l.m.

Rifugio Padova Rifugio Giaf Rifugio Pordenone

difficoltà - EE
Anche se il sentiero è sempre ben segnalato e battuto, l'ambiente è severo ed impegnativo, il percorso è quasi tutto su ghiaioni di alta montagna, l’uscita è molto lungo e con una grande escursione altimetrica, quindi buone scarpe e tutto il necessario per le variazioni termiche, occhio alle previsioni del tempo, non ci sono facili varianti per il rientro.
Il giro diventa grandioso se distribuito in più giorni dormendo nel rifugio Pordenone o, per i più duri, nei bivacchi Marchi Granzotto e Perugini. Andando più piano si gode di più.
Portatevi da bere non è facile trovare l’acqua lungo il percorso.
20,4 km
2.929 m. dislivello
10 ore e 30 minuti
Mappa Tabacco nr. 02

Descrizione

Dal centro del paese scendiamo per la ripida strada che arriva al lago artificiale Pieve di Cadore, attraversiamo il ponte e in una mezz'oretta d'auto arriviamo al parcheggio del rifugio Padova dove possiamo rinfrescarci e prenotare gli spaghetti all'astice per quando torniamo. Prendiamo quindi il comodo sentiero nr. 346 e in un ora e mezza arriviamo alla forcella Scodavacca (2.043 m. s.l.m.). Dalla forcellona la vista sulle crode di Forni è notevole. Dopo averle rimirate scendiamo per il facile sentiero che serpeggia sul ghiaione fino all’incrocio con il sentiero nr. 354. Seguiamo questo nuovo sentiero girando a destra, proseguiamo in leggera discesa mantenendoci in quota, senza farci ingolosire dai sentieri che scendono a valle fino ad arrivare al sentiero 342 che sale da un ripido canalino (1 ora - 1.580 m. s.l.m.). Proseguiamo su questo ripido sentiero salendo dritti, verso le evidenti crode e in 1 ora arriviamo alla forcella Cason (2.224 s.l.m.). Qui possiamo rilassarci e godere della vista delle crode dei Monfalconi di Forni poi con calma scendiamo al vicino Bivacco Marchi Granzotto (2.062 s.l.m. 30 minuti). Dal bivacco seguiamo il sentiero 349 e dopo una breve salita arriviamo alla forcella del Leone, occhio al ferino acquattato (2.290 s.l.m. - 30 minuti). Dalla forcella seguiamo la selvaggia e infinita val Monfalcon di Cimoliana che percorriamo tutta fino alla fine dove in Val di Melluzzo troviamo il nostro rifugio Pordenone (1.249 s.l.m. 2 ore). Il rifugio Pordenone è il punto d'appoggio naturale per salire in val Montanaia e al famoso campanile, noi invece siamo venuti per le la coda alla vacinara perfette col fresco vinello dei castelli.
Lasciamo il rifugio Pordenone e seguiamo il sentiero nr. 353 e in 2 ore arriviamo al bivacco Perugini, ai piedi del Campanile di val Montanaia (2.060 s.l.m.) il sentiero non è particolarmente ripido, corre quasi sempre al centro della valle. Questo posto è fantastico e molto frequentato anche perché è lo stereotipo del parco delle dolomiti friulane. Noi siamo cialtroni e immuni ai messaggi subliminali, amiamo il campanile per le leggende legate alle sue prime salite. Qui, si è fatta un po’ di storia alpinistica del secolo scorso. Storie memorabili, salite impossibili, spioni che binocolavano, segreti rubati nelle locande, gente salita in solitaria sulla parete nord, sbarellava e nessuno gli credeva e cose del genere. Noi non crediamo a tutto ma ci piace pensare sia vero. All’inizio del secolo scorso la prima al campanile attirava il gota dei climbers e ora...... ci portano gli allievi dei corsi. Se questa storia si ripete, tra un secolo i principianti saliranno sulla Hasse alla nord della grande di Lavaredo. Che fissa.
Per salire il campanile ci sono veramente tante vie alcune molto difficili ma la normale è una via classica piuttosto facile (3-4 grado) molto frequentata, soste resinate e tutto il resto. Occhio, la doppia sulla parete nord è lunga 40 metri quindi due corde oppure una corda lunga lunga. Chiusa questa parentesi riprendiamo il nostro sentiero, saliamo la parte terminale della valle arrivando in 30 minuti alla forcella Montanaia (2.333 s.l.m.), il sentiero non è particolarmente ripido ma è piuttosto scomodo. Dall'altra parte della forcella scendiamo per il ripido e divertente ghiaione. Al termine continuiamo a seguire il sentiero in mezzo ai pini mughi, fino ad immetterci sul sentiero nr.346. Quando entriamo in questo nuovo sentiero giriamo a sinistra e in breve arriviamo al rifugio Padova (1.287 m. s.l.m. 1 ora e 30) dove possiamo finalmente toglierci le scarpe e rilassarci magari sbaffandoci i nostri spaghetti all’astice con un litrozzo di quello buono.

Rifugio Padova Rifugio Giaf Rifugio Pordenone le foto