Forcella Segnata 2.250 m. s.l.m. Biv.Perugini Val Montanaia

Rif. Padova For. Segnata Biv.Perugini Val Montanaia Rif. Pordenone M.Valmenon Rif.Giaf

difficoltà - EE
Uscita piuttosto impegnativa, la forcella segnata è definita forcella alpinistica con difficoltà tecniche di 1 grado UIAA, la distanza è notevole e anche le escursioni altimetriche. Considerate l’idea di fare un’uscita di due giorni, dormendo o al rifugio Pordenone o, per i più duri, al bivacco Perugini.
25,8 km.
3.067 m. di dislivello
13 ore e 10 minuti
mappa Tabacco nr.2

Descrizione

Provenendo in auto da Udine, oltrepassiamo Forni di Sopra, direzione Passo della Mauria, dopo un paio di chilometri svoltiamo a sinistra sulla strada del Rifugio Giaf, ancora un chilometro e lasciamo l'auto (1.011 m. s.l.m.). Attraversando il ponte seguendo la strada cementata, alla prima svolta a sinistra prendiamo il sentiero sulla destra (segnavia nr. 346) alternativo alla strada sterrata che ci conduce in 1 ora. al Rifugio Giaf (1.400 s.l.m.) giusto in tempo per fare colazione.
Dal rifugio proseguiamo sul sentiero che conduce alla forcella Scodavacca, segnavia 346, il sentiero sale dapprima nel bosco e poi per le grave in una bella valle coronata da guglie dolomitiche, in 2 ore arriviamo al forcellone Scodavacca (2.043 m. s.l.m.). Dopo aver rimirato lo stupendo panorama, proseguiamo scendendo fino ad arrivare al rifugio Padova (1 ora e 30 minuti 1.287 m. s.l.m.).
Una breve pausa al rifugio, magari una merenda e poi saliamo al parcheggio dove inizia il nostro sentiero (segnavia nr 357) che comincia attraversando i prati vicini al rifugio e successivamente entra nel bosco, non troppo ripido. Giusto il tempo per riprendere il ritmo, e poi comincia la salita. Arriviamo nella maestosa Val Ciadin dove il sentiero gira a sinistra arrampicandosi sul ripido ghiaione che punta dritto alla cima Toro. Saliamo e mentre ci avviciniamo alle pareti verticali, scorgiamo una stretta apertura che è la nostra meta.
Entriamo nella stretta gola e dopo pochi metri troveremo le prime roccette da salire, di tanto in tanto troviamo degli spit sparsi e alcune soste attrezzate. Il sentiero risale lo stretto orrido superando gradoni di roccia e attraversando strettoie fino alla forcella (2 ore e 30 minuti 2.110 m. s.l.m.). Alla forcella seguiamo il sentiero a sinistra che segue lo spartiacque tra le crode fino al belvedere sull’alta Val Montanaia. Quando abbiamo rimirato a sufficienza torniamo alla forcella e scendiamo per il il versante Val Montanaia, la discesa è ripida ma non particolarmente complicata. Mentre scendiamo, ogni tanto, farà capolino la parete est del campanile di Val Montanaia. Da questa posizione più o meno, gli austriaci Glanvell e Saar spiarono Cozzi e Zanutti, che tentavano la di salire il campanile fermi allo strapiombo sopra al pulpito Cozzi. Pare che gli spioni, da qui, siano riusciti a individuare il traverso risolutore. Comunque sia vero o no noi scendiamo al bivacco Perugini posto ai piedi della parete nord del campanile (30 minuti 2.060 m. s.l.m.). In questo posto è doverosa una sosta, magari ci beviamo una birretta (se l’abbiamo portata) osservando questa strana guglia. Non sembra vero ma sulle pareti del campanile, quasi un secolo fa, si misuravano i migliori climber, ora portano i principianti.
Dopo aver ponderato e reintegrato i liquidi scendiamo questa magnifica valle seguendo il sentiero (nr. 353) arrivando al rifugio Pordenone giusti giusti per il pranzo (1 ora e 30 1.249 m. s.l.m.). Oggi siamo fortunati nel menù del giorno troviamo sarde al beccafico, magari le accompagniamo ad un litro di Valpolicella Ripassato.
Scendiamo dal rifugio fino alla strada sterrata e seguiamo quest’ultima risaliamo Val Melluzzo (segnavia 361), passiamo davanti all’omonima casera e dopo una mezz’oretta arriviamo ad un bivio, giriamo a sinistra seguendo le indicazioni per la Caseruta dei Pecoi. Continuiamo a salire val Melluzzo, la strada, un po' alla volta, diventa un sentiero comodo e quasi pianeggiante, seguiamo i frequenti ometti arrivando quasi alla Caseruta (1 ora 1.363 m. s.l.m.). Lasciamo la Caseruta alla nostra sinistra e continuiamo a salire seguendo il sentiero 361 che si inerpica nel bosco, ancora uno sforzo e arriviamo alla malga Valmenon (1 ora 1.778 m. s.l.m.) Posto unico questa malga in estate è gestita come un rifugio e noi arriviamo giusto in tempo per le trenette all’ortolana, specialità del cuoco, ci sbevazziamo anche un litrozzo di terrano e dopo una sgrassante grappa al ginepro ripartiamo. Proseguiamo in costa sempre con il sentiero nr. 361 e saliamo alla forcella Urtisiel (45 minuti - 1.990 m. s.l.m.).
Dalla forcella Urtisiel scendiamo serpeggiando sul ghiaione e scendi che ti scendi superiamo un tratto scalinato entriamo nel bosco e arriviamo al rifugio Giaf (40 minuti - 1.400 m. s.l.m.). Al rifugio troviamo della buona Weizenbier fresca fresca perfetta per reintegrare i sali persi durante la giornata.
Ben reidratati, pian piano, riprendiamo la via del ritorno, scendiamo, indifferentemente con la strada sterrata o con il sentiero nr. 346 e arriviamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, 45 minuti.

Rif. Padova For. Segnata Biv.Perugini Val Montanaia Rif. Pordenone M.Valmenon Rif.Giaf le foto