Monte Cimacuta 2058 M. S.l.m.

Monte Cimacuta Lavinal di Palas

difficoltà - EE
In questa uscita ogni tanto abbandoniamo i sentieri segnati cai, la discesa del ghiaione del Lavinal di Palas è di fatto fuori sentiero. Da non sottovalutare la parte terminale della salita al monte Cimacuta, occorre il piede saldo. Non è un caso se il rio del Lavinal è interrotto da parecchie briglie, se piove cambiate itinerario.
17,2 km
1,705 m. dislivello
7 ore
Mappa tabacco 02

Descrizione

Il nostro tragitto per salire questa montagna che domina Forni di Sopra, inizia dal parcheggio della seggiovia che troviamo al termine del paese direzione Passo della Mauria. Parcheggiamo il nostro mezzo meccanico nel gigantesco parcheggio vicino all'entrata del Dolomiti Adventure Park e proseguiamo a piedi sulla strada sterrata che risale la vallata parallela al fiume Tagliamento. Quando troviamo uno strano ponte di legno attraversiamo il fiume, continuiamo a salire seguendo la strada sterrata sull'altro argine, manteniamo il fiume Tagliamento alla nostra destra. Seguiamo la strada più logica, senza salire nel bosco ma restando vicini al fiume, la strada segue l'argine del fiume, proseguiamo in leggera salita, ad un certo punto la strada lascia il fiume Tagliamento entrando in una valle laterale seguendo l'affluente, torrente Giaf. Proseguiamo ancora qualche centinaio di metri e prima che la strada attraversi, con un guado, il torrente Giaf per immettersi nella strada asfaltata, noi giriamo a sinistra e cominciamo a salire per la sterrata che si inoltra nel ripido bosco ai piedi del Lavinal (segnavia nr. 367). Dopo un breve tratto nel bosco scendiamo nel greto del rio del Lavinal, e continuiamo a salire sull'altro argine, ad un certo punto la strada gira a destra e noi proseguiamo ancora diritti per l'ottimo sentiero, a tratti molto ripido che risale il Lavinal. Qui troviamo l'ultima risorsa idrica, una fontana in legno con dell'acqua fresca. Poco prima di arrivare al passo Lavinal troviamo un bivio poco evidente ma segnalato da un pietrone con una freccia e a scritta Cimacuta (1.780 m. s.l.m. 2 ore e 40). Seguiamo la freccia, teniamo la sinistra, ora il sentiero e molto meno evidente ma non perdiamo la testa basta salire dritti, quindi saliamo restando sul ripido prato vicino del ghiaione (fin che dura), seguiamo le tracce di sentiero arrivando ad un sentiero che taglia tutto il ghiaione. Continuiamo a salire seguendo questa nuova traccia, entriamo nella forcella, dove il sentiero diventa molto ripido e richiede un po' di attenzione, seguiamo frecce e bollini e in un baleno arriviamo sulla vetta del monte Cimacuta, dove scendendo un po' dal versante opposto troviamo la proverbiale croce e il libro di vetta (2058 m. s.l.m. 40 minuti). Dalla cima di questa montagna, la nostra vista non spazia molto lontano, poco male “so' ‘cecato”, ma dominiamo Forni di Sopra e l'alta val Tagliamento. Dopo aver goduto di cotanta vista e mangiato il nostro panino con muset e la brovada scendiamo per il delicato sentiero da dove siamo saliti, fino al ghiaione. Ora proseguiamo sul sentiero che si dirige verso il passo del Lavinal, facilmente riconoscibile per la sua imponente croce lignea, risaliamo un montarozzo con alcune tracce di sentiero e qualche segno fino ad incrociare il sentiero che abbiamo abbandonato prima (segnavia nr. 367). Da qui rapidamente arriviamo al passo Lavinal (1.972 m. s.l.m. 1 ora).
Dal passo Lavinal saliamo la vicina forcella del Lavinal di Palas, alla nostra sinistra. Non esiste un sentiero, si sale su un prato punteggiato da qualche mugo (2.058 m. s.l.m. 10 minuti).
Da questa forcella scende un ghiaione molto lungo fino al paese (o quasi) ma, il ghiaione finisce in un boschetto di pini mughi. Se non azzecchiamo il giusto sentiero d'uscita dobbiamo attraversare un centinaio di metri di questo intricato bosco. Quindi attenti alle indicazioni, fidatevi di noi (cialtrones) che forse vi indichiamo la giusta via.
Scendiamo il lunghissimo ghiaione dove gli amanti del genere troveranno ghiaia per le loro scarpe. In basso il ghiaione si divide in tre rami principali, seguiamo il ramo più a sinistra e quando siamo quasi arrivati alla fine, prima che i pini mughi ce lo impediscano, entriamo nel bosco alla nostra sinistra. Attraversiamo il bosco, una ventina di metri, dove troviamo il sentiero che prosegue tra i pini mughi fino ad un altro ghiaione – torrente. Arrivati a questo ghiaione lo seguiamo fino in fondo, quando manca un centinaio di metri alla fine entriamo nel bosco alla nostra destra e scendiamo per i sentieri di cercatori di funghi obliquando (non credo esista questo verbo) a destra e in pochi minuti arriviamo o al sentiero che scende dal rifugio Flaiban Pacherini o alla strada asfaltata che risale da Forni di Sopra, le probabilità di uscire qui o lì sono proporzionali a quanto avete obliquato – segnavia nr. 362 (1.000 m. s.l.m. 1 ora e 30). Ora la via si fa semplice, se siamo sbucati sul sentiero che proviene dal Rifugio Flaiban Pacherini scendiamo fino alla strada asfaltata dove troviamo quelli che hanno obliquato meno, quindi seguiamo la strada fino al Davost dove non attraversiamo il ponte sul Tagliamento ma proseguiamo sulla strada sterrata che costeggia l'argine. Dopo qualche centinaia di metri attraversiamo il Tagliamento su un ponte in legno e saliamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto (907 m. s.l.m. 1 ora). Non so voi ma noi, prima di prendere l’auto, un paio di birrette fresche e qualche “polpetta di cefalo” ce la sbaffiamo allo Skybar, il nostro autista è astemio, è una palla ma almeno guida sobrio.
Ps.
Se per qualche malaugurato motivo non avete trovato il sentiero alla fine del ghiaione, e non volete tornare indietro, attraversate la striscia di pini mughi, raccogliendo sulle vostre membra della balsamica resina, fino al bosco di larici, quindi scendete dritti per qualche centinaio di metri fino ad incrociare il sentiero che scende dal rifugio Flaiban Pacherini.

Monte Cimacuta Lavinal di Palas le foto