Sentiero attrezzato De Monte Pascul – la cresta nel celo Monte Tinisa (2120 M. S.l.m.)

La Naf F.Montovo Monte Tinisa Casera Tintina e ritorno

difficoltà - EE
Il sentiero fino al brutto passo e quello che scende da Montovo sono ancora da ripristinare ci sono molti alberi caduti e si percorre con estrema difficoltà.
L'uscita descritta segue alcuni sentieri non segnati cai ed è oggettivamente impegnativa per chilometraggio, dislivello altimetrico, difficoltà di orientamento e per alcuni punti esposti e poco sicuri. Nel primo tratto negli anni 80 si è perso uno studente in geologia che seguiva le sue rocce, si favoleggia che molti si siano persi in quella zona, noi non lo ricordiamo, a parte il quasi geologo ma se non ve la sentite seguite il sentiero classico.
L'uscita è particolarmente bella attraverserete valli incantevoli frequentate solo da animali, bracconieri e a talvolta qualche nostro adepto, noi vi indichiamo la soglia ma sta voi attraversarla.
19,4 km
2,640 m. dislivello
9 ore e 20

Mappa tabacco 02

Descrizione

Dall'Hotel Pramaggiore, ex foresteria di Forni di Sotto sul retro seguiamo la strada in direzione del centro del paese, dopo due-trecento metri all'incrocio prendiamo la strada a destra, proseguiamo fino a quando, dopo una breve discesa, incrociamo la strada che sale dal centro del paese giriamo quindi a destra e saliamo tra i prati di Forni di Sotto. Seguiamo la strada sterrata che punta dritta nella stretta valle del torrente Auza, nostro obbiettivo. La strada finisce più o meno dove comincia il bosco, proseguiamo con il sentiero alla nostra destra segnavia 214 a, passiamo sotto le falesie di arrampicata, ahimè poco frequentate, seguiamo il sentiero passata la seconda briglia ancora un centinaio di metri e troviamo la freccia che indica l'attraversamento dell'Auza. Qui decidiamo di uscire dai tracciati canonici del Cai, usciamo fuori dai sentieri numerati, affronteremo lande poco frequentate e addirittura alcuni tratti coperti da erbacce e ortiche, senza paura. Proseguiamo dritti, seguiamo il sentiero ben definito che risale la valle dell'Auza rimanendo vicino al greto del torrente, dopo poche centinaia di metri e all'altezza di un masso erratico prendiamo il sentiero che sale tra il bosco alla nostra sinistra. L'inizio del sentiero non è segnalato e a volte è celato dalle erbacce che crescono tra le grave ma il sentiero, una volta trovato è stranamente molto evidente e battuto. Saliamo passando vicino a dei ruderi di uno stavolo abbandonato, il sentiero si snoda nel bosco attraversando un paio di ghiaioni fino a scendere nuovamente nel greto dell'Auza qui prende il nome di rio Priva (1215 m. s.l.m. 1 ora e 30). La valle in questo punto è molto selvaggia, il nostro sguardo si poserà solo su pareti rocciose a volte ricoperte da lussureggianti verzure o ghiaioni, facciamo attenzione e memorizziamo il sentiero da cui siamo giunti, se non riusciamo ad andare avanti dovremo tornare da quello, non ci sono alternative. Attraversiamo il torrentello e proseguiamo dritti sull'altro argine dove tra due rocce risale il nostro sentiero, chiamarlo sentiero è un eufemismo è più un po' di terra slavata e franosa tra due rocce, basta arrancare per una decina di metri e ritroviamo il sentiero che prosegue, ancora ben marcato fino ad entrare sopra un'improbabile briglia posta nel greto di un torrente normalmente con poca acqua o asciutto ma pieno di alberi sradicati (la Naf). Da questo punto seguire il sentiero diventa un'impresa, il sentiero è visibile a tratti, lo ritroviamo alcuni metri sopra l’argine alla nostra sinistra. La piccola valle diventa meno aspra e si apre, passiamo vicino ad una cascatella alta un centinaio di metri (ultimo rifornimento d'acqua) ancora un po’ e arriviamo alla forcelletta erbosa (Pecol della Naf 1.655 m. s.l.m. 1 ora e 30).
Proseguiamo ancora su un sentiero non segnato, più corto e più semplice di quello appena percorso, seguendo la traccia di sentiero che sale sul bordo sinistro della forcella lungo una cresta boscosa in direzione Nord (Agneleze). Seguiamo imperterriti lo spartiacque, aggirando eventuali alberi caduti o cresciuti sul bordo fino ad essere all'altezza della dorsale di Priva. Ad un certo punto la salita sarà preclusa dai rami intricati di alcuni alberi attraversiamo quindi il prato, piuttosto inclinato, alla nostra destra e in un baleno arriviamo alla dorsale spartiacque posta tra Forni di Sotto e Sauris di Sotto (1.880 m. s.l.m. 1 ora). Sulla dorsale, il dorso del drago, troviamo il sentiero 214 che proviene dal Bruttopasso, lo seguiremo in discesa fino alla vicina forca di Montof (1822 m. s.l.m. 30 minuti). Alla forcella Montof entriamo nel sentiero naturalistico Tiziana Weiss, segnavia nr. 233, saliamo sulla punta dell'Uccel, nome emblematico (1.983 m. s.l.m.). Superiamo un piccolo salto roccioso dove è stato posato un grosso cavo d'acciaio. Il sentiero è ben segnalato e piuttosto frequentato, prosegue sulla linea dello spartiacque, con una vista grandiosa su tutte le montagne vicine e sulle vallate di Forni e di Sauris con il suo inconfondibile lago. Aggiriamo a sud una cima e arriviamo al Malapasso del Tinisa dove inizia il sentiero attrezzato “De Monte Pascul – la cresta nel celo” (1.983 m. s.l.m., 45 minuti), questo sentiero attrezzato non ha difficoltà tecniche degne di nota, però si articola su creste e rocce piuttosto esposte, non crediamo sia indispensabile usare le attrezzature da ferrata ma di sicuro non è un sentiero da affrontare senza un'adeguata preparazione, detto ciò chi se la sente ci segua gli altri seguano il sentiero Tiziana Weiss che scende alla malga Tintina.
Ad un centinaio di metri dal passo troviamo le prime roccette, basta seguire il grosso cavo d’acciaio e salire, la prima vetta che troviamo sul sentiero attrezzato è quella del monte Tinisa (2.120 m. s.l.m.), proseguiamo scendendo sui prati e risalendo per roccette attrezzate. Nonostante i passaggi siano obbligati, non è semplice seguire la giusta via, anche a causa della giustamente parca segnatura, ma se siete arrivati qui non dovreste avere problemi a proseguire. A noi è sembrato alquanto strano seguire un cavo d’acciaio grosso più di un centimetro, posato su fittoni elefantici e dopo due passi avere difficoltà a trovare il sentiero da seguire. Continuiamo comunque a seguire più o meno il dorso del lievitano arriviamo alla cima est (2.080 m. s.l.m. 1 ora) dove stanno montando (maggio 2.015) l'ennesima croce. La vista da quest'ultima cima si apre su Ampezzo e la piana Tolmezzina e oltre. Ora non ci resta che tornare alla nostra foresteria quindi scendiamo per il sentiero sul versante nord, all'inizio il sentiero è piuttosto ripido e in un lampo arriviamo alla malga Tintina (1.495 m. s.l.m. 1 ora). Dalla malga proseguiamo seguendo in leggera salita la strada che finisce poco più avanti, quindi proseguiamo seguendo a scelta o il sentiero naturalistico Tiziana Weiss segnavia 233 oppure il sentiero senza nome segnavia 215 risalendo alla forcella Montovo (1.822 m. s.l.m. 1 ora). Ora proseguiamo seguendo il sentiero nr 215 e scendiamo comodamente alla malga Montovo. Dopo una sosta rinfrancante scendiamo, sempre seguendo il sentiero 215, arrivando alla statale 52 carnica. Proseguiamo sulla statale attraversiamo il ponte e dopo qualche centinaio di metri arriviamo all'Hotel Pramaggiore (777 m. s.l.m. 1 ora e 30).

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