Forni di Sotto Chiampiuz Cimon Di Agar - Passo Rest Naiarda - Orrido Rascie Forni di Sotto
Chiampiuz - Cimon Di Agar Passo Rest
difficoltà -
EE
Questa uscita è molto impegnativa chilometri e dislivelli sono notevoli. Il nostro consiglio è di dividerla in più giorni. Dopo la Malga Ciampiuz l’ambiente è molto, selvaggio poco frequentato e di difficile accesso, adatto ad escursionisti esperti.
Molte difficoltà molto godimento.
Forni di Sotto Passo Rest
22,3 km.
2.463 m. + 2.135 m. - dislivello
10 ore
Mappa Tabacco nr. 02
Descrizione
Dall'Hotel Pramaggiore, ex foresteria, scendiamo lungo la statale per qualche centinaio di metri, alla fine del paese, al curvone, proseguiamo diritti scendendo per la strada della zona industriale(!!), ancora qualche centinaio di metri e prima della curva prendiamo la strada a sinistra che prosegue diritta, alla prima curva a sinistra imbocchiamo il sentiero che prosegue dritto (oggi niente curve ho rotto lo sterzo) il sentiero è una scorciatoia che taglia parte della strada, e sbuca nella strada vicino al ponte di Sacrovin (668 s.l.m.). Attraversiamo il ponte e proseguiamo seguendo la strada, due tornanti e al bivio se vi piace camminare sulle strade sterrate seguite la strada che sale (segnavia 378), ci rincontreremo più a monte, molto più a monte. Noi che amiamo i sentieri prendiamo la strada a destra che prosegue più o meno in pianura parallela al fiume Tagliamento. Un chilometro e mezzo e alla nostra sinistra, prima del rudere di uno stavolo – fienili Cufau, comincia il vecchio sentiero per Chiampiuz - Ciampiuz (30 min. - segnavia 378). Il sentiero, seppur sostituito dalla strada, è ancora segnato e frequentato quindi niente paura. Dopo qualche minuto passiamo vicino ad uno stavolo più simile ad un condominio che ad un fienile, si prosegue salendo fino al Fienile Dosalè, in parte diroccato (1058 s.l.m.), passiamo davanti alla costruzione, proseguiamo sul sentiero inizialmente costeggiato da un bel muretto a secco parzialmente ricoperto da muschio, attraversiamo un magnifico bosco e alcuni torrentelli quasi sempre asciutti fino a sbucare in un pascolo alpino dove riposano alcuni larici puniti dagli inverni inclementi. Attraversiamo il prato seguendo una traccia di sentiero che lo taglia diagonalmente, alla fine del pascolo troviamo il sentiero che in breve sbuca sulla strada sterrata che sale dal ponte di Sacrovin e dove ci riuniamo a chi è salito per la strada (2 ore e 30 - 1572 s.l.m.). Giriamo a destra e proseguiamo sulla strada che per un po' va in discesa, quindi finisce definitivamente e prosegue il sentiero, che rapidamente ci porta alla malga Chiampiuz - Ciampiuz (40 minuti - 1679 s.l.m.). Il bivacco è stato ristrutturato da poco, è piccolo ma dotato di tutti i comfort del caso, stufa a legna e brandine per dormire, l'acqua la troviamo, se abbiamo fortuna, nel piccolo ruscello che abbiamo attraversato poco prima di arrivare (ultimo rifornimento d'acqua). Continuiamo a seguire il sentiero molto panoramico (segnavia 378), ben battuto e segnato. Alla forcella, prima di scendere dal versante opposto, possiamo seguire per qualche centinaio di metri la cresta fino alla vetta del Cimon di Agar per allargare il nostro orizzonte al costo di alcune piccole difficoltà tecniche, niente di che ma ci sono (1913 m. s.l.m. 1 ora e 20 min.). Ora inizia la parte impegnativa, il sentiero che fin'ora era ben battuto scomparirà e sarà piuttosto difficile seguire le indicazioni dei segnavia alcuni trascinati via dalle frane e dalle valanghe. Il sentiero fino alla malga Naiarduzza di fatto non esiste più, sulla mappa sembra un tratto breve ma non lo è, siamo in alta montagna e molto lontani da punti raggiungibili in auto. Se vi si intorciglia una caviglia o se vi sentite troppo stanchi per proseguire sono guai seri, l'unico vantaggio è che per qualche fortunata confluenza astrale in queste valli solitarie il nostro telefono prende benissimo (Tim). Coscienti di ciò, scendiamo per un centinaio di metri per la ripida forcella e dopo tagliamo orizzontalmente tutto l'anfiteatro ghiaioso fino alla forcella di Naiarda (1764 m. s.l.m. 30 min.). Il versante opposto della forcella è costituita da un bel prato ripido, se volessimo scendere ai ruderi della Casera Naiarda, visibili chiaramente, potremmo scendere per il percorso che ci sembra più comodo attraverso mughi prati e boschi, arriveremmo in un baleno ma noi seguiamo il sentiero che dopo la prima discesa attraversa in costa verso destra. Qui il sentiero è invisibile, alcune piccole frane ne hanno peggiorato le già difficili condizioni, si devono seguire i segni bianchi e rossi disegnati sugli alberi e su paletti talvolta travolti dalla neve. Si prosegue in leggera salita lasciando alla nostra sinistra un colle erboso, sempre facendo attenzione ai segni che sono frequenti scolliniamo e scendiamo ai ruderi della casera Naiarduzza. Proseguiamo verso un albero che da lontano sembra una quercia (forse lo è), ed in breve troviamo il bivio con il sentiero 383 (1.575 m. s.l.m. 1 ore e 20 min.), noi proseguiamo a destra seguendo sempre il sentiero 378 ora ben battuto che si inoltra nel bosco, dopo circa un chilometro il sentiero si sdoppia l'originale, segnavia 378, prosegue in leggera salita e l'alternativo, segnavia 378 a, a sinistra in leggera discesa. Noi proseguiamo per l'originale, prendiamo a destra, il sentiero inizialmente sale un po' e poi prosegue in costa, non è molto evidente ma si segue abbastanza agevolmente. Rapidamente arriviamo alla Forca del Mugnòl, dove possiamo dare una sbirciata all'altro versante della cordigliera, quindi scendiamo, sempre nel nostro versante per il sentiero che acquista il segnavia 377 dopo alcuni minuti ci congiungeremo alla variante 378 a, continuiamo con il sentiero ora ben battuto e segnato fino a confluire i una strada sterrata (1.417 m. s.l.m. 1 ora e 30). Ora non ci perdiamo più, seguiamo la strada che alcune volte si sdoppia ma qualsiasi variante ci porta al passo Rest, poco prima di arrivare passiamo vicino al discutibile ricovero forestale casera Feletta. Arrivati al passo stradale Rest (1060 m. s.l.m. 1 ora e 30) se abbiamo avvisato qualcuno torniamo a casa in auto ma siccome noi siamo cialtroni (appunto) non ci viene a prendere nessuno quindi più volenti che nolenti torniamo a piedi.