Biv. Marchi Granzotto 2180 M. S.l.m.- Val Montanaia 2173 M. S.l.m.

Rifugio Giaf Rifugio Pordenone e Rifugo Padova

difficoltà - EE
Anche se il sentiero è sempre ben segnalato e battuto, l'ambiente è severo ed impegnativo, il percorso è quasi tutto su ghiaioni di alta montagna, l’uscita è molto lunga e con una grande escursione altimetrica, quindi buone scarpe e tutto il necessario per le variazioni termiche, occhio alle previsioni del tempo, non ci sono facili varianti per il rientro.
L’esperienza diventa grandiosa se organizziamo l’uscita su più giornate, dormendo nel rifugio Pordenone o, per i più duri, nei bivacco Marchi Granzotto o Perugini.
Portatevi da bere non è facile trovare acqua lungo il percorso.
22,2 km
3.292 m. dislivello
12 ore
Mappa Tabacco nr. 02

Descrizione

Provenendo in auto da Udine, oltrepassiamo Forni di Sopra, direzione Passo della Mauria, dopo un paio di chilometri svoltiamo a sinistra sulla strada del Rifugio Giaf, ancora un chilometro e arriviamo al parcheggio dove lasciamo l'auto (1.011 s.l.m.). Proseguiamo a piedi attraversando il ponte e seguendo la strada cementata. Alla prima svolta a sinistra troviamo, a destra, l'imbocco del sentiero (segnavia nr. 346) alternativo alla strada sterrata che ci conduce in 1 ora. al Rifugio Giaf (1.400 s.l.m.). Dallo spiazzo sotto al rifugio imbocchiamo il sentiero nr. 342, superiamo dei gradoni molto interessanti. Ad un certo punto alla biforcazione andiamo su dritti e dopo pochi minuti ad un secondo bivio saliamo ancora dritti, verso le evidenti crode, seguendo, sempre, il ripido sentiero 342 in 2 ore e 30 minuti arriviamo alla forcella Cason (2.224 s.l.m.). Qui possiamo rilassarci e godere una magnifica vista delle crode dei Monfalconi di Forni e con calma scendiamo al vicino Bivacco Marchi Granzotto 2.062 s.l.m. (30 minuti). Dal bivacco seguiamo il sentiero 349 e dopo una breve salita arriviamo alla forcella del Leone, occhio al ferino acquattato (2.290 s.l.m. - 30 minuti). Dalla forcella seguiamo la selvaggia e infinita val Monfalcon di Cimoliana che percorriamo tutta fino alla fine dove in Val di Melluzzo troviamo il nostro rifugio Pordenone (1.249 s.l.m. 2 ore). Il rifugio Pordenone è il punto d'appoggio naturale per salire in val Montanaia e al famoso campanile, noi invece siamo venuti per i bucatini all’amatriciana perfetti col fresco vinello dei castelli.
Lasciamo il rifugio Pordenone e seguiamo il sentiero nr. 353 e in 2 ore arriviamo al bivacco Perugini, ai piedi del Campanile di val Montanaia (2.060 s.l.m.) il sentiero non è particolarmente ripido, corre quasi sempre al centro della valle. Questo posto è veramente fantastico e molto frequentato anche perché è lo stereotipo del parco delle dolomiti friulane. Noi essendo cialtroni e poco inclini a comprendere l’estetica, piace per le tante leggende legate alle sue prime salite. Qui, si è fatta un po’ di storia alpinistica del secolo scorso. Storie memorabili, salite impossibili, spioni che binocolavano, segreti rubati nelle locande, gente che sale in solitaria la nord al campanile, sbarellava e nessuno gli credeva e cose del genere. Noi non crediamo a tutto ma le leggendo, a noi piacciono. Non sembra vero ma per salire il campanile all’inizio del secolo scorso si muoveva il gota dei climbers dell'epoca e ora...... ci portano gli allievi dei corsi. Se questa storia si ripete, tra un secolo, i principianti saliranno la nord della grande di Lavaredo sulla Hasse . Che fissa.
Per salire il campanile ci sono veramente tante vie alcune molto difficili ma la normale è una via classica piuttosto facile (3-4 grado) molto frequentata, soste resinate e tutto il resto. Occhio, la doppia sulla parete nord è lunga 40 metri quindi due corde oppure una corda lunga lunga. Chiusa questa parentesi riprendiamo il nostro sentiero, saliamo la parte terminale della valle arrivando in 30 minuti alla forcella Montanaia (2.333 s.l.m.), il sentiero non è particolarmente ripido ma è piuttosto scomodo. Dall'altra parte della forcella scendiamo per il ripido e divertente ghiaione. Al termine continuiamo a seguire il sentiero in mezzo ai pini mughi, fino ad immetterci sul sentiero nr.346. Entrati in questo nuovo sentiero giriamo a destra e saliamo la Val Pra di Toro fino alla forcella Scodavacca (2 ore 2.043 m. s.l.m.). Dalla forcellona Scodavacca la vista sulle crode di Forni è notevole ma a questo punto di crode ne abbiamo abbastanza e quindi scendiamo, in 1 ora arriviamo al rifugio Giaf dove a quest'ora non ci sarà molta gente ma confidiamo di trovare ancora du spaghi al sugo di lepre e qualche birretta..... Quindi un po' barcollanti torniamo all'auto e se nessuno di noi sarà in grado di guidare, dormiremo sotto un pino.

Rifugio Giaf Rifugio Pordenone e Rifugo Padova le foto