Titolo

Un Buondetective Non Si Sposa Mai


Titolo originale
Un Buen Detective No Se Casa Jamàs

Categoria

Pagine
293

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Editore



pagina 269
Anche se un buon detective non si sposa mai. Anche se deve comportarsi come un anacoreta su una montagna desolata. Un proselitista dell’efficacia del luminal. Conoscitore dei riti, protocolli e ortodossie, che imbusta le prove peli, saliva, seme, briciole, mozziconi, lamine di unghie, pellicine, sputi, sangue mestruale, ammoniaca, spazzatura, vomito - con dita inguantate che dopo solleveranno l’ostia sacra sull’altare. Sempre a contatto diretto con la luce. Un buon detective è un uomo dal naso affilato che scivola silenziosamente in uno squallido albergo. Un uomo casto che a volte deve sfiorare con la punta delle dita le gocce di profumo che una donna - preferibilmente defunta - ha versato nella scollatura. Un mistico nella sua ascesi verso la verità - su una scala a chiocciola. Uno che infila la testa nel proprio ombelico per trasformarsi in un autoparassita. Un ermafrodita. Uno scapolo orgoglioso delle proprie capacità, del rigore dei suoi sacrifici, della pulizia del suo corpo e della sua mente. Uno con la pelle bucherellata di occhi - terzo, quarto, quinto occhio - come fori di proiettile, che allena la sua destrezza deduttiva in palestra e la gonfia con anabolizzanti. Uno che memorizza numeri - telefoni, conti correnti, targhe, carte d’identità, tessere della biblioteca, taglie, date di scadenza, registri... Un buon detective non fa mai la spesa né si occupa della famiglia. Non deve mangiare carne né avere alcun vizio. AI massimo, può farsi qualche iniezione o annusare un gin fizz che lo manda di rettamente tra i santi, di nuovo, vicino alla luce.

Autore commento
data commento
02 Marzo 2024
Sognante iberico folle.
Valutazione
sufficente