Se l'elenco dei cognomi del mondo cimbro - che ho allegato al volume - non li convincesse, basterà farne uno migliore e più esaustivo; se la mappa dei territori cimbri non smbrasse esatta, se ne disegni subito una più giusta; se la cronologia della storia cimbra apparisse incompleta - com'è di sicuro - basterà completarla, annotarla, riorganizzarla.
Col medesimo Imperatore scese in Italia anche Johannes Werla che ebbe in feudo il territorio dove poi abitarono i nobili Verlato e che prese il nome di Villaverla.
Fu a causa della loro parlata che i nuovi arrivati vennero da tutti chiamati thodeschi, o teutonici, o alemanni, e con tali appellativi iniziarono ad apparire nei documenti antichi che ne registrarono la presenza. Al loro atrivo gli immigrati non si auto-definivano così, ma poiché si occuparono inizialmente del taglio dei boschi e della lavorazione del legno, erano soliti dichiarare di essere “carpentieri”, parola che nel loro dialetto corrispondeva al termine “Tribe” o “Zimberer. Nel contesto latino-veneto nel quale andarono ad insediarsi il suono “73%zber° venne in breve tempo trasformato in “cibro”. Si creò in tal modo una semplice assonanza col nome dell’antico popolo dei Cimbri, dei quali abbiamo già fatto cenno: una serzplice e banale assonanza. Tutto qui... Quando si parla dei Cimbri delle mon-
tagne veneto-trentine dev’essere quindi ben chiaro che non c’entrano nulla i “Cimbri” dell’epoca romana, né altre e più intriganti discendenze dai Celti,” dai Reti, dai Tigurini, dai Goti o dagli Unni. La teoria infondata che sostiene che i resti del mitico popolo bartbaro dei Cimbri, sconfitto dai Romani nel 110 avanti Cristo, siano rimasti nascosti per oltre mille anni sui monti vicentini e veronesi
per “riapparire” d’improvviso nel 1200, è stata inventata di sana pianta
dai letterati umanisti del XIV e XV secolo che tentavano di spiegare, “un tanto al chilo”, l'etimologia della parola “cimbro”.? La stupidaggine umanista s’è però propagata con la virulenza delle moderne fake news, tanto da ammorbare ancor oggi una parte della pubblicistica che si occupa di quei coloni germanici.”
Pare che santa Geltrude, he in vita fu una mistica, oggigorno protegga - chissà perchè - dall'invasione dei topi ed è infatti considerata la protettrice dei gatti
Esistono le testimonianze di numerose “reprimende” dei sacerdoti accompagnatori, affinché i pellegrinaggi mantenessero la loro vocazione religiosa e non si trasformassero in allegre “scampagnate campestri”. Il caso più clamoroso fu quello del 1762 quando i tre parroci del Tretto — delle chiese di Sant’Ulderico, San Rocco e Santa Caterina — si rifiutarono di accompagnare i parrocchiani in pellegrinaggio sul monte Summano perché quella processione era ritenuta occasione di libertinaggio in aperta violaziorie del sesto comandamento, “Non fornicare”. I tre sacerdoti denunciavano inoltre che per molti partecipanti il pellegrinaggio era solo un pretesto per grandi bevute e inevitabili ubriacature. A quest’ultima critica fu subito ribattuto che i primi ad abbandonarsi ad abbondanti libagioni erano, di solito, proprio i prelati accompagnatori. Il contrasto durò un paio d’anni, con la concreta possibilità che l’antica processione fosse definitivamente soppressa. Nel 1764, da Vicenza, la curia impose finalmente un nuovo ferreo regolamento che prevedeva pellegrinaggi separati per uomini e per donne, da concludersi con un rapido rientro — comprensivo della recita del rosaio — senza più il tradizionale pic-nic sulla vetta del monte. E il pellegrinaggio riprese regolarmente. "nell'anno 1667 una confraternita, detta volgarmente fraglia, di San
Pietro Mussolin numerosa di uomini, e donne, accompagnata dal suo sacerdote, processionalmente s’avviò verso la Beata Vergine di Monte Summano. Arrivate queste genti in Schio con tempo piovoso, e freddo, proseguirono il loro viaggio verso il monte; ma pel detto cattivo tempo
alquanti con il loro sacerdote non vollero arrischiarsi di ascenderlo; laonde ritornarono indietro e si fermarono in S. Orso: altri però più animosi volsero proseguire il viaggio con loro gravissimo danno; atteso che, pervenuti alla prima croce, e sorpresi dalla notte, freddo, neve, e vento, non potendo andare più avanti, e diciotto tra loro tra uomini, e donne, grandi, e piccioli, morirono, tra i quali trovossi un padre, e un figlio morti abbracciati insieme. Dieci di essi vennero sepolti nel
monte, e otto in S. Orso. La neve venne alta due piedi, e anche di più"
A guidare militarmente e politicamente la rivolta di contadini e minatori nei territori di Bolzano e di Trento, fu un altoadesino di Vipiteno, Michael Gaismayr.
In genere gli uomini, chi più chi meno, erano tutti feroci, ancora nel XIX venovano a Messa alla festa con lo schioppo in spalla e lo deponevano fuori dalla porta della Chiesa prima di entrare.
È passato alla storia Pietro Griso di Campofontana, sui lessini, che inventò addirittura delle particolari scarpe che avevano la suola incollata al contrario, cosicchè le guardie nel trovare le tracce impresse nella neve, seguissero il percorso inverso a quello reale, senza riuscire ad acchiappare i contrabbandieri.
Relazione del Vicario Generale delle Miniere, Fiippo De Zorzi del 1594.
Se il lettore più esperto troverà qualche errore, qualche refuso, qualche omissione, corregga a penna la propia copia, o scriva lui stesso una cronologia più completa e più meditata.
1191 in un documento del monastero di santa maria in organo, a Verona, viene per la prima volta indicata l'esistenza di Valdagno.
1224 un gruppo di parlanti la lingua tedesca (tiatonici) risidievano stabilmente nel territorio di Valdagno.
1262 la città di Vicenza guida la repressione contro i ribelli asseragliati nei castelli di Valdagno e di Malo.
1276 a Verona all'interno dell'arena, Mastino I° della scala, brucia in un sol giorno 174 eretici che seguivano la predicazione catara.
1388 a Monte di Malo la parrocchia si stacca da qella di Malo, il rettore della chiesa è Giovanni d'Alemania figlio di Corrado Teutonico. ... 1407 si separa la parrocchia di Monte di Malo da quella di Malo, perchè ...
1435 in Valdastico, a Forni, i valligiani Cerato e Brunetto catturano a Masiglietto da Carrara che figgiva da padova verso il tirolo dopo aver tentato di far ribellare la città contro Venezia. Condotto a Venezia fi decapitato in piazza san Marco.
1448 a Canove viene destituito il parroco Cristiano di Germania che si era allontanato con moglie e numerosa prole e viene nominato parroco Michele del fu Ulderico da Ulm; a san Pietro Valdastico è parroco Pietro del fu Michele di Ratisbona; a Santa Caterina di Lusiana viene destituito il parroco Leonardo Gsynt da Rosenheim “pubblico concubino”...
1809 ... Valdagno viene assalita da 200 armati provenienti da castelgomberto.