Biv. Marchi Granzotto 2180 M. S.l.m.- Val Montanaia 2173 M. S.l.m.

Rifugio Pordenone Rifugio Padova Rifugio Giaf

difficoltà - EE
Anche se il sentiero è sempre ben segnalato e battuto, l'ambiente è severo ed impegnativo, il percorso è quasi tutto su ghiaioni di alta montagna, l’uscita è molto lunga e con grande escursione altimetrica, quindi buone scarpe e tutto il necessario per le variazioni termiche, occhio alle previsioni del tempo, non ci sono facili varianti per il rientro.
L’esperienza diventa grandiosa se organizziamo l’uscita su più giornate, con una breve deviazione possiamo dormire al rifugio Padova o al rifugio Giaf, per i più duri, al bivacco Marchi Granzotto o al bivacco Perugini.
Portatevi da bere non è facile trovare acqua lungo il percorso.
17,6 km
2.626 m. dislivello
9 ore e 45 minuti
Mappa Tabacco nr. 02

Descrizione

Dal centro del paese, in auto, seguiamo le indicazioni per il Rifugio Pordenone - Val Montanaia. La strada all’inizio è asfaltata, poi diventa sterrata troviamo tratti asfaltati e attraversiamo dei guadi fino al parcheggio del rifugio Pordenone (13 km).
La strada dopo l’inverno può non essere percorribile con autovetture cittadine. Attenzione il parcheggio non è ammesso fuori dalle zone predisposte.
Lasciata l’auto al parcheggio saliamo il breve sentiero e in un quarto d’ora arriviamo al rifugio Pordenone (1.249 s.l.m.). Il rifugio Pordenone è il punto d'appoggio naturale per salire in val Montanaia e al famoso campanile. Lasciamo il rifugio Pordenone e seguiamo il sentiero nr. 353 e in 2 ore arriviamo al bivacco Perugini, ai piedi del Campanile di val Montanaia (2.060 s.l.m.) il sentiero non è particolarmente ripido, corre quasi sempre al centro della valle. Questo posto è veramente fantastico e molto frequentato anche perché è lo stereotipo del parco delle dolomiti friulane. Noi essendo cialtroni e poco inclini a comprendere l’estetica, piace per le tante leggende legate alle sue prime salite. Qui, si è fatta un po’ di storia alpinistica del secolo scorso. Storie memorabili, salite impossibili, spioni che binocolano, segreti rubati nelle locande, gente che sale in solitaria sulla nord, da di matto e nessuno gli crede e cose del genere. Noi non crediamo a tutto ma le leggende sono tali e come tali vanno prese, a noi piacciono. Al giorno d'oggi non sembra credibile per salire sul campanile si muoveva il gota dei climbers dell'epoca e ora...... ci portano gli allievi dei corsi. Se questa storia si ripete, tra un secolo, troveremo i principianti sulla Hasse alla nord della grande di Lavaredo. Che fissa.
Per salire il campanile ci sono veramente tante vie alcune molto difficili ma la normale è una via classica piuttosto facile (3-4 grado) molto frequentata, soste resinate e tutto il resto. Occhio, la doppia sulla parete nord è lunga 40 metri quindi due corde oppure una corda lunga lunga. Chiusa questa parentesi riprendiamo il nostro sentiero, saliamo la parte terminale della valle arrivando in 30 minuti alla forcella Montanaia (2.333 s.l.m.), il sentiero non è particolarmente ripido ma è piuttosto scomodo. Dall'altra parte della forcella scendiamo per il ripido e divertente ghiaione. Al termine continuiamo a seguire il sentiero in mezzo ai pini mughi, fino ad immetterci sul sentiero nr.346. Entrati in questo nuovo sentiero giriamo a destra e saliamo la Val Pra di Toro fino alla forcella Scodavacca (2 ore 2.043 m. s.l.m.). Dalla forcellona la vista sulle crode di Forni è notevole. Dopo averle rimirate scendiamo per il facile sentiero che serpeggia sul ghiaione fino all’incrocio con il sentiero nr. 354. Seguiamo questo nuovo sentiero girando a destra, proseguiamo in leggera discesa mantenendoci in quota, senza farci ingolosire dai sentieri che scendono a valle fino ad arrivare al sentiero 342 che sale da un ripido canalino (1 ora - 1.580 m. s.l.m.). Proseguiamo su questo ripido sentiero salendo dritti, verso le evidenti crode e in 1 ora arriviamo alla forcella Cason (2.224 s.l.m.). Qui possiamo rilassarci e godere della vista delle crode dei Monfalconi di Forni poi con calma scendiamo al vicino Bivacco Marchi Granzotto (2.062 s.l.m. 30 minuti). Dal bivacco seguiamo il sentiero 349 e dopo una breve salita arriviamo alla forcella del Leone, occhio al ferino acquattato (2.290 s.l.m. - 30 minuti). Dalla forcella seguiamo la selvaggia e infinita val Monfalcon di Cimoliana che percorriamo tutta fino alla fine dove in Val di Melluzzo troviamo il nostro rifugio Pordenone (1.249 s.l.m. 2 ore). Giusti in tempo per le nostre pennette al salmone. Per reidratare i liquidi troveremo litri di ribolla gialla gelata. Ma che vogliamo di più?!

Rifugio Pordenone Rifugio Padova Rifugio Giaf le foto