Forcella Segnata 2.250 m. s.l.m. Biv.Perugini Val Montanaia

Forcella Segnata Biv.Perugini Val Montanaia Rif.Pordenone Biv.Marchi Granzotto

difficoltà - EE
Uscita piuttosto impegnativa, la forcella segnata è definita forcella alpinistica con difficoltà tecniche di 1 grado UIAA, la distanza è notevole e anche le escursioni altimetriche. Non è male dividere l’uscita in due giorni dormendo al rifugio Pordenone o, per i più duri, al bivacco Perugini.
16,9 km.
2.563 m. di dislivello
10 ore
mappa Tabacco nr.2

Descrizione

Dal centro del paese scendiamo la ripida strada che arriva al lago artificiale Pieve di Cadore, attraversiamo il ponte e in una mezz'oretta d'auto arriviamo al parcheggio del rifugio Padova dove possiamo fare colazione e prenotare la cena per quando torniamo.
Quando siamo pronti saliamo al parcheggio dove inizia il nostro sentiero nr 384, che comincia attraversando i prati vicini al rifugio e successivamente entra nel bosco, non troppo ripido, giusto il tempo per riscaldarci e dopo comincia la salita. Arriviamo nella maestosa Val Ciadin dove il sentiero gira a sinistra arrampicandosi sul ripido ghiaione che punta dritto alla cima Toro. Saliamo e mentre ci avviciniamo alle pareti verticali, scorgiamo la stretta apertura che è la nostra meta.
Entriamo nella stretta gola e dopo pochi metri troveremo le prime roccette da salire, di tanto in tanto troviamo degli spit sparsi e alcune soste attrezzate. Il sentiero si snoda tra piccoli salti attraversa strettoie fino alla forcella (2 ore e 30 minuti 2.110 m. s.l.m.). Sulla forcella seguiamo il sentiero che segue lo spartiacque tra le crode, ci porta ad un belvedere sull’alta Val Montanaia. Dopo aver dato questo colpo d’occhio torniamo alla forcella e scendiamo per il il versante Val Montanaia, la discesa è ripida ma non particolarmente complicata. Mentre scendiamo, ogni tanto, farà capolino la parete est del campanile di Val Montanaia, questo è più o meno il posto dove, narra la leggenda, i due austriaci Glanvell e Saar hanno spiato i triestini Cozzi e Zanutti, che tentavano la prima al campanile ma erano bloccati sullo strapiombo sopra al pulpito Cozzi. Pare che gli spioni da qui siano riusciti a individuare il traverso risolutore. Comunque sia vero oppure no noi scendiamo al bivacco Perugini (30 minuti 2.060 m. s.l.m.), ai piedi della parete nord del campanile. In questo posto è doverosa una sosta, magari ci beviamo una birretta (se ce la siamo portata) osservando questa strana guglia. Pare strano ma sulle pareti del campanile, quasi un secolo fa, si misuravano i migliori climber. Da non credere ora si portano i principianti.
Dopo aver ponderato e reintegrato i liquidi scendiamo questa magnifica valle seguendo il sentiero (nr. 353) arrivando al rifugio Pordenone giusti giusti per il pranzo (1 ora e 30 1.249 m. s.l.m.). Oggi troviamo i tonnarelli ai bruscansoli, fantastici accompagnati da un litro di Raboso.
Se siamo stati parchi nelle libagioni basta una sgrassante grappa alle erbette e siamo pronti per riprendere il nostro cammino. Lasciato rifugio seguiamo il sentiero 349 e dopo un breve tratto nella boscaglia cominciamo a risalire la ghiaiosa val Monfalconi di Cimoliana, quando ne abbiamo percorsa tre quarti troviamo un bivio dove un vecchio sentiero (nr. 360) sale alla forcella Cimoliana. Il sentiero purtroppo è stato abbandonato dal c.a.i., un masso ha travolto una scaletta metallica che non è mai stata sostituita, complicando la salita, peccato era un bel sentiero. Proseguiamo dritti e arriviamo alla forcella del Leone (2 ore e 30 minuti 2.290 m. s.l.m.), scendiamo dalla forcella e in un baleno arriviamo al bivacco Marchi Granzotto (30 minuti 2.170 m. s.l.m.). Una breve sosta per rimirare questa fantastica e selvatica valle, quando ne abbiamo abbastanza ci rimettiamo in cammino, seguiamo il sentiero nr. 342, passiamo sul bordo della forcella da las Busas (2.256 m. s.l.m.) e arriviamo alla comoda forcella Monfalconi di Forni (45 minuti 2.309 m. s.l.m.). Scendiamo dal versante cadorino per il comodo sentiero, ai bivi seguiamo sempre il sentiero che scende arrivando rapidamente al rifugio Padova (2 ore 1.287 m. s.l.m.). Arrivati al rifugio possiamo rilassarci e degustare l’abbacchio allo scottadito specialità del cuoco, magari lo accompagniamo con del chianti classico e siamo pronti per andare, se il nostro autista non ha sbevazzato.

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