Porton Dei Monfalconi - Cima Dei Pecoi 2352 M. S.l.m.

Cas. Dei Pecoi Biv. Marchi Granzotto Porton Dei Monfalconi Cima Pecoi F.Del Leone

difficoltà - EE
Uscita piuttosto impegnativa, le difficoltà alpinistiche le troviamo solo dopo il Porton dei Monfalconi. La salita sulla Cima dei Pecoi presenta difficoltà di I° e II° grado UIAA, se non ve la sentite vi farete bastare il Porton, che non è poco.
14,6 km
1,699 m. dislivello
6 ore
Mappa Tabacco nr.2

Descrizione

Dal centro di Cimolais, in auto, seguiamo le indicazioni per il Rifugio Pordenone - Val Montanaia. La strada all’inizio è asfaltata per qualche chilometro poi diventa sterrata con alcuni guadi, a tratti troviamo ancora dell’asfalto quindi arriviamo sotto il rifugio Pordenone (13-14 chilometri). La strada, specialmente in primavera può non essere percorsa con autovetture cittadine. Attenzione il parcheggio non è ammesso fuori dalle zone predisposte.
Lasciata l’auto proseguiamo per la strada sterrata che risalile la val di Melluzzo (segnavia nr. 361), la strada diventa sempre più ghiaiosa, superiamo casera Melluzzo e in 15 minuti arriviamo ad un bivio dove giriamo a sinistra sempre seguendo il segnavia 361. Ci inoltriamo nella val di Melluzzo, tra le grave, un sentiero piacevole e poco ripido fino alla Caseruta dei Pecoi (30 minuti, 1.363 m. s.l.m.). La caseruta sembra una riproduzione di una casa di tronchi della Kamcatka, piccola ma forte. Pochi metri prima della caseruta lasciamo il sentiero nr. 361, giriamo a sinistra, passiamo sotto la capanna di tronchi e seguiamo il sentiero 359. Il sentiero diventa decisamente più ripido e l’ambiente più selvatico, proseguiamo in una fantastica valle detritica e in 1 ora e 30 arriviamo al bivacco Marchi Granzotto, giusto giusto per farci una buona merenda contemplando la vallata in cui si siamo ficcati.
Quando abbiamo contemplato a sufficienza, prima di romperci i cabasisi scendiamo alla sorgente che si trova nell'infossamento alla nostra sinistra. Seguiamo il sentiero, abbondantemente segnalato, aggiriamo lo zoccolo dove posa il bivacco e in pochi minuti arriviamo alla sorgente, raramente priva d'acqua. Proseguiamo restando vicini ai ghiaioni che scendono dalle crode seguendo una labile traccia di sentiero segnalata da alcuni ometti, manteniamo la quota tagliamo sui ghiaioni alla nostra sinistra cercando di seguire il sentiero che diventa sempre più evidente man mano che proseguiamo. Sempre mantenendo la quota arriviamo a lambire alcuni pinnacoli, appena oltrepassati seguiamo il sentiero che punta decisamente su, dritto per il ghiaione, qualche centinaio di metri e quasi al termine giriamo a destra e arriviamo al portone dei Monfalconi di Forni. (1 ora 2.250 m. s.l.m.). Passiamo davanti al portone seguiamo il sentiero costellato di ometti, risaliamo alcuni canalini detritici con qualche difficoltà tecnica (I° - II° grado UIAA) e in 30 minuti arriviamo sulla cima dei Pecoi, cima tonda e molto panoramica (2.352 M. S.l.m.). Seguendo lo steso sentiero di salita scendiamo fino al bivacco Marchi Granzotto (1 ora).
Dal bivacco saliamo alla vicina forcella del Leone seguendo il sentiero 349, occhio al leone acquattato (2.290 m. s.l.m. 20 minuti). Dalla forcella rimiriamo la selvaggia e infinita val Monfalcon di Cimoliana che percorriamo fino alla fine dove in Val di Melluzzo troviamo il nostro rifugio Pordenone (1.249 m. s.l.m. 2 ore), giusto in tempo per trangugiare le nostre animelle al barbera. Dopo aver gustato l’agognata libagione innaffiata dal buon vinello di val Melluzzo, se il tasso alcolico del nostro autista è ancora accettabile, riprendiamo l’auto e scendiamo per la strada percorsa prima, ritornando nelle nostre lande, se il tasso alcolico è troppo alto dormiamo al rifugio e scendiamo domani senza rischiare di capottarci in qualche fossato.

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